Pignoramento quinto stipendio: come funziona il calcolo?

A partire dal 2015 sono state introdotte delle importanti novità sul pignoramento quinto stipendio o quinto della pensione. Sono stati chiariti meglio i limiti massimi che possono essere pignorati dai “creditori” compresa Equitalia e quali siano gli obblighi della banca nel caso di stipendio e pensione accreditati su un conto corrente, libretto postale, ecc.

Vediamo ora come è la situazione anche nell’ottica della scomparsa di Equitalia e dell’arrivo dell’Agenzia delle Entrate quale Ente di riscossione (2017/2018/2019/2020).

Pignoramento quinto stipendio: come si calcola

Per lo stipendio non esiste un limite minimo che non può essere pignorato, sempre nel limite ‘quantitativo’ che vedremo tra poco. Nel particolare su uno stipendio netto, il creditore potrà chiedere il pignoramento in misura massima del quinto del suo importo.


Ad esempio su uno stipendio di 200 euro, verranno trattenuti 40 euro, su uno stipendio di 2000 euro 200 euro, e così via. Il pignoramento può essere notificato:

  • al datore di lavoro, con trattenuta a monte (al pari di quanto accade per la cessione del quinto dello stipendio);
  • alla banca o alla posta sul cui conto avviene l’accredito degli emolumenti spettanti.

Nel caso in cui sullo stipendio ci sia già la trattenuta della cessione del quinto volontaria, allora con le due trattenute, per legge non si potrà superare la metà dello stipendio netto.

Pignoramento stipendio limiti 2020

In quest’ambito troviamo le principali novità che possono ampliare le casistiche legate al pignoramento aumentando o diminuendo il valore ‘standard’ del quinto dello stipendio. Vediamo le varie possibilità in funzione della modalità di notifica.

Alla banca

In questo caso la differenza viene fatta dal momento della notifica stessa. Se questa è avvenuta dopo l’accredito dello stipendio il massimo pignorabile nel 2018 è uguale al triplo dell’importo dell’assegno sociale 2018. In caso contrario si ritorna al pignoramento quinto stipendio.

Al datore di lavoro

In questo caso sarà l’importo ricevuto quale stipendio a fare la differenza secondo 3 step differenti. Nel particolare a luglio 2018 questi sono:

  • fino a 2.500 euro: un decimo dello stipendio;
  • per cifre comprese tra 2.500 e 5mila euro:  1/7 dell’emolumento ricevuto;
  • oltre 5000 euro: il classico pignoramento quinto stipendio.

Fa eccezione il caso di più pignoramenti legati a differenti cause in cui l’importo aggredibile dello stipendio può arrivare fino al 50% e quello di un conto cointestato per il quale non è pignorabile l’ultimo stipendio accreditato.

Pignoramento quinto pensione: calcolo, limite e pensione ‘non toccabile’

Il legislatore sulla pensione ha indicato una soglia intoccabile, che è data da una somma pari all’assegno sociale vigente (quindi per il 2015 ci si riferisce a quello di quell’anno, per il 2016 a quello del 2016, ecc) ulteriormente aumentato per una cifra pari alla sua metà (in sintesi una volta e mezzo l’assegno sociale).

Sulla parte eccedente avviene il pignoramento, che anche in questo caso non può eccedere il quinto dello stesso.

Per semplicità supponiamo che per l’anno X, l’assegno sociale sia di 500 euro. L’importo di pensione non pignorabile è di 750 euro. Su una pensione di 1000 euro, quindi il quinto verrà calcolato sulla differenza tra 1000 euro e 750 euro, ovvero 250 euro.

La rata massima che potrà essere pignorata dal creditore è di 50 euro. Se la differenza fosse stata di 100 euro allora la quota pignorabile sarebbe stata di 20 euro, ecc.

N.B. Con l’entrata dell’Agenzia delle Entrate quale agente di riscossione anche per pignoramento del quinto della pensione sono stati introdotti limiti ‘differenti’ legati all’importo. A luglio 2018 sono gli stessi evidenziati prima per lo stipendio nel caso della notifica al datore di lavoro.

Pignoramento quinto stipendio Tfr: quando è pignorabile un quinto e quando no?

Sul Tfr, che è trattenuto presso il datore di lavoro, o presso un fondo pensione ecc, rimane il principio del limite di pignorabilità che non può eccedere il 20% dell’importo netto.

Se tuttavia il Tfr è stato versato al lavoratore, quindi è andato sul suo conto corrente, perde (secondo ampia parte della giurisprudenza) il carattere di “emolumenti” per essere confuso nei risparmi del titolare del conto corrente. Quindi potrà essere pignorato senza limiti, fino al 100% del suo importo.

Bocca Christian

Amante del web nelle sue più ampie sfaccettature, scrive da anni su i più svariati argomenti. Web Master di Migliorprestito.org sovraintende ad una redazione di primo livello formata da autori di decennale esperienza nella scrittura ed in generale personale qualificato nell'ambito finanziario.

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